Come la serigrafia e il settore in generale hanno affrontato cambiamenti significativi prima e dopo la pandemia
Riferirsi al dopo COVID è ormai una consuetudine per moltissimi relatori e di fatto quello è stato un punto cruciale nel cambiamento sia dal punto di vista tecnologico che di comportamento, un cambiamento che ha determinato situazioni e scenari che difficilmente avrebbero potuto verificarsi prima di allora. Tuttavia, se ci pensiamo bene, nel periodo pre-covid qualcosa che non andava c’era, solo eravamo talmente presi dalla routine quotidiana che non ce ne siamo accorti se non nel momento in cui abbiamo realizzato che…tutto si è improvvisamente fermato: le esigenze sono cambiate, le necessità sono cambiate, le richieste dal mercato sono cambiate, l’approccio all’acquisto e alla vendita è cambiato, il modo di relazionarci è profondamente cambiato e, ad oggi, dal mio punto di vista, non siamo ancora riusciti a riorganizzarci per avere una stabilità e una regolarità nel procedere verso scelte e decisioni che fino a prima dello stop erano semplici abitudini.
Siamo oggi in presenza di un forte cambiamento di tendenza soprattutto nel settore che si occupa di personalizzazione di gadget e di abbigliamento promozionale e pensiamo che un passaggio così drastico da una tecnologia ad un’altra sia cosa nuova e mai vista. Niente di più sbagliato: tutto è iniziato quando la serigrafia ha iniziato a cedere il passo al digitale già quando dal telaio si è passati ai primi plotter per la stampa in sublimazione. Il cambio, determinato dalle richieste diverse in termine di numeri da produrre, non è stato indolore e, anzi, non ha saputo tenere il passo a livello qualitativo con quello che era la qualità espressa in serigrafia. All’inizio abbiamo dovuto abituarci a vedere capi stampati con i colori più improbabili, con soggetti slavati, in bassa risoluzione e spesso realizzati in modo maldestro: niente a che vedere con l’industria della sublimazione che chi è della mia epoca o precedente ha avuto modo di conoscere.
Poi ci si è rivolti alla stampa digitale diretta su materiali rigidi e semirigidi, dalla carta al pvc, al policarbonato, al metallo o al vetro: tuttavia alcune tipologie di lavorazioni non hanno abbandonato la serigrafia, proprio per via del fatto che la qualità, la definizione, la durata e la resistenza meccanica della stampa non è ad oggi ancora stata superata da altri sistemi di stampa. E poi, riducendosi i numeri da produrre, iniziando l’epoca dell’ on demand, ci si è spostati per alcune lavorazioni dalla serigrafia al DTG, per finire poi al DTF, oggi sempre più presente nelle produzioni in ambito tessile.
Per non parlare delle varie innovazioni che sono raccontate come tali ancora dopo più di dieci anni senza un reale miglioramento delle prestazioni e della qualità…
Beh, trovare un argomento che potesse dare qualche spunto di riflessione senza annoiare con i soliti luoghi comuni sui tempi cambiati e sullo stato d'animo delle nuove e anche delle vecchie generazioni devo dire che non è stato facile: questa volta ho dovuto impegnarmi a fondo e spero di essere riuscito a trovare qualche spunto che possa aiutare chi mi sta dedicando del tempo per ascoltarmi. Ho voluto provare a pensare a cosa avrei potuto dare come punti di valore a un pubblico che, forse come me, si sta trovando in balia di tanti, troppi richiami e tante e troppe promesse che stanno diventando sempre più difficili da mantenere. Tecnica, soluzioni, prodotti, tecnologie sono ormai arrivate ad un punto tale per cui la sola differenza la fa il tipo di marketing e di comunicazione che le descrive. Troppe fantasie, promesse spesso non mantenute, tecnologie rivisitate e in grado di dare sempre maggiore “comodità” a serigrafi e imprenditori del mondo della personalizzazione e del gadget pubblicitario in particolare hanno, col tempo, reso sempre più il mestiere del serigrafo un mestiere man mano sempre più privo di personalità e specializzazione.
E parlare di serigrafia spesso significa dover ripercorrere il passato che ormai apparentemente ha perso la sua specificità in un periodo troppo veloce per accettare i tempi apparentemente fuori dal tempo rispetto alle tecnologie concorrenti.
Sempre più aziende sono alla ricerca della loro personalità e le aziende cha hanno saputo e sanno cavalcare l’onda dei mercati sempre più esigenti e sempre meno consapevoli di ciò che stanno chiedendo agli operatori si ritrovano ad avere commesse importanti senza riuscire ad inserire nuovi operatori nel proprio organico, finendo per sfruttare oltremodo le risorse di cui dispongono e dover rivedere costi e marginalità, processi e tempi di realizzazione, rapporti con i fornitori e risposte ai clienti. Perché allora parlare di serigrafia se poi nessuno ha davvero la voglia di affrontare un mestiere così complesso e tecnico, reso ormai banale dai vari guru dell’ultima ora in grado di fornire soluzioni che poi, di fatto, non rispondono davvero mai al vero. Quello che mi sono detto è che oggi non è più possibile presentare la serigrafia allo stesso modo con cui la si è presentata in passato. A meno che, ovviamente, non si mascheri la vendita di macchinari dietro la formazione.