LA QUADRICROMIA - PARTE 3
I passi fondamentali da seguire
Vediamo insieme quali sono alcuni tra i passi fondamentali necessari per arrivare ad avere una stampa in quadricromia di buona qualità. Spesso si pensa, come in molte altre situazioni, che la cosa importante sia arrivare alla stampa e magicamente osservare un buon risultato, ma come sempre i risultati arrivano solo quando si percorre la strada corretta, un passo dopo l’altro, facendo attenzione a… dove si mettono i piedi!
Da dove partire
Ovviamente dalla grafica, dal soggetto. In teoria, ogni soggetto ha la possibilità di essere riprodotto in quadricromia, ma occorre sempre verificare se ne valga o meno la pena seguire questa strada. La quadricromia si presta maggiormente alla realizzazione di una immagine fotografica o comunque fotorealistica, con un numero molto alto di colori e con sfumature complesse. Occorre però capire se la conversione del file in quadricromia sarà in grado di riprodurre fedelmente tutte le tinte contenute nel soggetto grafico o se perderà qualche informazione cromatica nel percorso, Molti colori infatti non possono essere rappresentati fedelmente in quadricromia: ciò che si può vedere in ambiente RGB infatti non sempre è in grado di essere rappresentato in ambiente di quadricromia. Si parla di colori o tinte fuori gamma e il solo modo per poterle riprodurre fedelmente è rappresentarle come colori in aggiunta.
E cosa è uno spazio colore?
Per spazio colore si intende lo spazio dentro cui è costruita l’immagine: può essere di vari tipi: i due principali sono RGB e CMYK e possiamo identificarlo come la lingua che rappresenta il modo di esprimere un’immagine. RGB è il modo con cui si rappresenta un’immagine attraverso i monitor, quindi lavorando sulla trasparenza dei colori e quando tutta la luce emessa è al suo massimo valore si ottiene il bianco assoluto; il nero si percepisce solo quando l’emissione di luce cessa.
CMYK è il metodo che, per opacità o sovrapposizione, consente di rappresentare la maggior parte delle tinte presenti nello spazio RGB utilizzando non più la trasparenza e la luce, ma la materia dell’inchiostro che, sovrapponendosi nei tre colori primari giallo, magenta e cyan genera infinite sfumature e tinte intermedie.
Ai tre colori (detti di tricromia) si aggiunge un quarto colore, il nero identificato dalla lettera K, che serve a definire meglio le ombre e i dettagli scuri dell’immagine. In realtà il nero viene generato anche dalla sovrapposizione di giallo-magenta e cyan alla loro massima concentrazione e gradazione (100% di colore), ma non riescono a riprodurre un nero profondo: tecnicamente danno origine al Bistro un nero tendente al marrone molto scuro.
E come comportarsi
Lo spazio colore determina l’ambiente dentro cui l’immagine viene rappresentata (rgb - CMYK) ed in ogni ambiente troviamo le varianti, determinate dal Profilo colore.
Il Profilo colore possiamo vederlo come una sorta di variante della lingua principale, un dialetto, tramite cui è possibile combinare tinte di diversa origine per ottenere un risultato cromatico certo e corrispondente sia al vero (l'originale) che verosimile se visualizzato su diversi monitor o stampato attraverso dispositivi diversi o persino tecniche diverse, come la serigrafia, appunto.
Quali sono i dialetti?
Per quanto riguarda lo spazio RGB i profili colore attualmente più diffusi sono: sRGB
Adobe RGB
Pro Photo RGB
Ormai in disuso Apple RGB, il profilo colore nativo del sistema grafico Apple.
Come si comportano?
Una cosa fondamentale, spesso sconosciuta ai più, è che il colore ha una sua dinamica, un suo funzionamento che è reso possibile dalla percezione visiva: il nostro occhio elabora delle informazioni luminose e in base ad un sistema complesso che crea infiniti rapporti cromatici, ci consente di percepire dei colori visibili in natura così come su prodotti del nostro ingegno, per così dire.